LA quintana |
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Le origini dell'odierna Giostra della Quintana si possono ricercare nelle celebrazioni che la città festeggiava con grande solennità in occasione della ricorrenza delle festività del Santo patrono S.Emidio. Protettore contro il terremoto, le guerre, le pestilenze è indicato come il primo vescovo residente e martire della città di Ascoli Piceno. |
Nato a Trier in Germania (da qui il gemellaggio oggi esistente con la città tedesca) fu nominato vescovo ed inviato in città dal papa Marcellino e qui dopo aver operato numerosi prodigi subì il martirio il 5 Agosto 303. Da sempre emblema della chiesa ascolana S. Emidio divenne ai tempi del libero Comune nel 1183 simbolo morale e sociale della città ed il 5 Agosto divenne il momento unificante della vita di Ascoli Piceno e tutto il territorio ad essa soggetto.
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Le prime testimonianze della Quintana comunque sono riportate negli Statuti civici del 1377 anche se già nel Duecento, come testimoniano fonti archivistiche dell'epoca, la festa di S. Emidio veniva celebrata con solennità attraverso riti religiosi e numerosi giochi e tra gli impegni dei territori soggetti ad Ascoli vi era quello di portare un palio, cioè una stoffa pregiata, proprio il 5 Agosto.
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Dal 500 al 900 il palio a cavallo fu la manifestazione più popolare delle feste patronali ascolane e si tramandò di generazione in generazione rinnovandosi, ogni tanto, sia nel nome che nel regolamento e percorso. Nella seconda metà dell'Ottocento addirittura veniva corsa senza fantini su percorso cittadino il cui punto cruciale era la curva del Carmine famosa per la sua pericolosità. Bisogna arrivare ai primi del Novecento per far riapparire i fantini e far cambiare il percorso la cui partenza venne spostata a Porta Maggiore mentre l'arrivo fu portato in via Angelini di fronte al Palazzo di Giustizia.
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Dopo una lunga parentesi durata parecchi anni la Quintana tornò a vivere, grazie all'idea di un gruppo di ascolani appassionati di storia e tradizioni, in forma di torneo simile all'odierno solo nel 1955 anno in cui si disputò appunto la prima Quintana dell'era moderna. La Quintana di Ascoli ha luogo la prima Domenica di Agosto in concomitanza con le feste patronali di S. Emidio e vi partecipano figuranti dei sei sestieri ascolani: Piazzarola, Porta Maggiore, Porta Romana, Porta Tufilla, Borgo Solestà e Sant'Emidio. Nella settimana che precede la Giostra sono organizzate nei vari sestieri le ormai caratteristiche cene medievali che con la loro magia ed il loro fascino fanno tornare a quei tempi tutti gli intervenuti.
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La vigilia della Giostra poi ha luogo in Piazza del Popolo la gara degli sbandieratori della Quintana suddivisa in 4 categorie (singolo, doppio, piccola squadra e grande squadra) che alla fine danno origine alla classifica finale. La gara è veramente affascinante per la coreografia dei suoi colori e per la bravura nelle acrobazie degli sbandieratori ascolani conosciuti ed apprezzati ormai a livello internazionale.
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Terminata l'esibizione della Quintana in Piazza Arringo ha inizio l'Offerta dei Ceri secondo il cerimoniale in uso nel medioevo che prevedeva l'arrivo del corteo, partito dal Palazzo dei Capitani con i Ceri accesi, sul sagrato della Basilica ove rimaneva in attesa il vescovo della città a cui venivano offerti. Dopo l'offerta e la successiva benedizione dei cavalieri giostranti vi è la lettura del bando della Quintana alla cui conclusione si procede con il sorteggio dell'ordine di partenza dei cavalieri per la Giostra dell'indomani.
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Nel pomeriggio della prima Domenica di Agosto ha finalmente luogo la manifestazione che con i suoi oltre mille personaggi in costume sfila per le storiche ed affascinanti vie della città al suono delle chiarine e dei tamburi nella suggestiva coreografia degli sbandieratori. Una volta giunti al Campo dei Giochi il corteo si ricompone per il saluto della città al numerosissimo pubblico che ogni anno gremisce lo stadio comunale e che si conclude con la caratteristica "sciamata" dei personaggi in costume. Di seguito ha inizio il sempre più affascinante ed acrobatico spettacolo degli sbandieratori ascolani che per alcuni minuti entusiasma la folla con i lanci e gli scambi delle proprie bandiere.
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E' la volta quindi della gara vera e propria che accende il tifo e la passione dei sestieranti e di tutto il pubblico presente. I cavalieri, dopo aver ricevuto il fazzoletto dalle rispettive dame, si lanciano secondo l'ordine prestabilito all'assalto del saraceno che deve essere colpito per tre volte per ognuna delle tre tornate che ogni cavaliere dovrà compiere. La gara è resa ancora più avvincente dal difficile percorso a forma di otto che costringe i cavalli ad affrontare le curve ora in un verso ora nell'altro. Dalla somma dei punteggi ottenuti negli assalti al moro con la propria lancia e di quello ottenuto per il tempo si ha il risultato finale di ogni Sestiere. Di solito è quasi sera quando il Magnifico Messere controllati punteggi e penalità proclama il nome del Sestiere vincitore. Il corteo quindi si ricompone per sfilare di nuovo lungo le vie della città secondo l'ordine di arrivo ottenuto in gara; è tempo questo per il sestiere vincitore di dar sfogo alla gioia per la vittoria e per gli altri per meditare un pronto riscatto per la prossima edizione.
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iL CARNEVALe |
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Il Carnevale è una festa di antichissima memoria che fa rivivere i tempi antichi dei Saturnali e dei Baccanali. Banchetti, orge, giochi satirici, scambio di ruoli dove i signori diventavano poveri ed i poveri diventavano signori caratterizzavano le celebrazioni pagane che si tenevano, a quei tempi, verso la fine di Dicembre. Il Cristianesimo ha in seguito dato nuovo significato alla festa chiamandola Carnevale, cioè carne addio, e rappresentava quel periodo durante il quale anche la chiesa concedeva ai fedeli tutto il divertimento e il gioco possibile prima di chiamarli a raccolta per la Quaresima, tempo di mortificazione ed astinenza, sacrificio e penitenza.
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Nelle Marche la festa ha sempre
avuto un forte seguito ed anche nei piccoli paesi si aspetta il mese di
Febbraio per lasciarsi andare nella completa libertà dai vincoli ed
obblighi della vita di tutti i giorni, ogni paese ha poi caratterizzato
secondo le proprie tradizioni questo periodo di festa.
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Il Carnevale di Ascoli Piceno si caratterizza per la sua unicità ed originalità poiché coinvolge tutta la città ed anche il turista ignaro in un ambiente festoso e caotico che lascia alquanto sorpresi tutti quelli che vi si avvicinano. Tutti si riversano nelle rue e vie della città con maschere a volte impensabili per poi riunirsi nella stupenda Piazza del Popolo che si riempie di gente festante e di mille colori e che illumina con i suoi lampadari stile fine secolo le migliaia di persone qui accorse per divertirsi ma soprattutto per prendersi in giro da soli e ridere dei propri comportamenti e dei propri difetti senza risentirsi anche se talvolta si passa il limite. Anche nei tempi che furono l'euforia spesso travalicava i limiti del consentito e per tale motivo erano previste delle pene molto severe per quanti non si attenessero alle regole.
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Il Carnevale ascolano si ripete
ogni anno ormai da secoli ma ogni volta sa rinnovarsi ed adeguarsi ai
tempi che corrono e lo spettatore vive un esperienza sempre nuova
rispetto alla precedente in quanto ogni volta che torna nella magnifica
Piazza non sa mai cosa l'aspetta e quali maschere potrà incontrare. Il luogo perché la città di Ascoli Piceno ha infatti la fortuna di avere uno tra i più bei centri storici della nazione il cui cuore è rappresentato dalla celebrata Piazza del Popolo che suggestiona ancor di più con i colori e la vivacità della gente in maschera.
Il segreto però del successo del Carnevale è comunque da ricercarsi
nelle maschere che non ha eguali da nessuna altra parte, la maschera
viene letteralmente inventata dal protagonista ed a volte è frutto di
una preparazione laboriosa mentre altre viene improvvisata all'ultimo
minuto con abiti cenciosi. |